Un'artista del digiuno. Quattro storie

Novembre 10, 2020

Un’artista del digiuno. Quattro storie di Franz Kafka

Proporre un’analisi, seppur breve, di un libro di Kafka è sempre opera complicata data la notevole capacità introspettiva dell’autore e la sua tecnica narrativa. Infatti, spesso utilizza una vicenda per dire altro, un altro difficile da decifrare e da comprendere.

Un'artista del digiuno e anoressia

Questo libro può essere interpretato come un testo sul fenomeno dell’arte di dedicarsi all’arte (Ermanno Cavazzoni, 2009) portata al suo estremo. Un’arte che, da un punto di vista psicologico, potrebbe essere ricondotta a quella messa in scena da una persona anoressica. Nelle storie degli artisti narrati dall’autore ritroviamo infatti diverse caratteristiche del modus vivendi degli individui con anoressia.

Esistenza centrata su di sè

Un’esistenza totalmente centrata su di sé, o meglio sul proprio corpo, che si declina in un’arte che mira alla ricerca della perfezione (l’estremo) che, dati i limiti dell’essere umano, non può mai essere raggiunta e che diventa un’autorità che annulla la libertà e la personalità.

“…aveva organizzato la propria vita, all’inizio solo per la ricerca di perfezione, in seguito anche per un’abitudine tirannica…”

Una pratica che limita le relazioni con gli altri e crea una condizione che il soggetto potrebbe mantenere indisturbato se non fosse per il suo essere-nel-mondo e con-l’altro.

Tale pratica assume tutti i connotati di una tendenza ossesivo-compulsiva

“…o accentuano o insistono molto più del normale su una certa specializzata condotta o predilezione.”

a cui non ci si può sottrarre nonostante la sofferenza che provoca, perché non la si sceglie ma in cui ci si ri-trova, un’attitudine a cui non si riesce a resistere: un esercizio che diviene totalizzante per l’esistenza dell’individuo e non lascia via di fuga.

Forza di volontà di un'artista del digiuno

In questo caso la forza di volontà, molto cara alle persone con anoressia, non sembra essere una caratteristica interiore, un tratto di personalità positivo ma un sintomo di chiusura, in quanto nulla di quello che vi è nel mondo alimenta il desiderio, attrae l’individuo.

In questo modo di essere, in cui il “dover essere” prende il posto del desiderio, non vi sono alternative o altre possibilità a ciò che diventa ineluttabilmente il proprio destino. L’individuo è così costretto a una condizione che non potrebbe essere altrimenti, in cui vi è un unico modo per realizzare il proprio obiettivo: la vita diventa il progetto e viceversa, annullando ogni altra possibilità di esistenza. In questo scenario l’unica alternativa possibile è la morte, scomparire, annullarsi. Una condizione che le persone anoressiche conoscono molto bene.

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Dott. Alvaro Fornasari Psicologo
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