I fattori che influiscono sul benessere psicologico all’inizio del diffondersi di una epidemia.

Aprile 6, 2020

Di recente, in Cina, è stato pubblicato uno studio il cui scopo era quello di indagare la reazione psicologica e i fattori ad essa associati nella prima fase della diffusione dell’epidemia da Coronavirus (COVID-19). Nello specifico, gli autori si sono proposti l’obiettivo di stabilire la prevalenza dei sintomi psichiatrici e di individuare i fattori di rischio e protettivi per lo stress psicologico. Dai risultati è emerso che A) più della metà degli intervistati ha subito un contraccolpo psicologico di livello moderato o grave, B) un terzo presentava sintomi depressivi, uno su sei sintomi legati all’ansia e circa uno su dieci sintomi connessi allo stress.

I risultati di questo studio hanno messo in evidenza importanti implicazioni, sia cliniche che politiche, che le autorità governative e sanitarie dovrebbero tenere in considerazione  per ridurre l’impatto psicologico causato dal diffondersi dell’epidemia.

Innanzitutto, la necessità di identificare, attraverso le informazioni socio-demografiche, i gruppi a più alto rischio (ad es. il genere femminile sembrerebbe essere maggiormente sensibile allo sviluppo di condizioni connesse ad ansia, depressione e stress) e fornire loro un precoce intervento di sostegno psicologico. Un altro gruppo che necessità di un intervento mirato è quello degli studenti, infatti, la chiusura delle scuole, l’impossibilità di seguire le lezioni e frequentare i compagni potrebbe avere conseguenze considerevoli sulla salute mentale dei ragazzi. 

La necessità di identificare i bisogni psicologi ed esistenziali risulta essere un’azione rilevante anche per quella parte di popolazione che manifesta sintomi fisici, riconducibili al contagio da COVID-19, o che è affetta da patologie croniche: una delle principali preoccupazioni riguarda gli altri componenti della famiglia, in particolare i bambini. 

Inoltre, governi, autorità sanitarie e, soprattutto, mass-media dovrebbero fornire informazioni sanitarie accurate ed evitare o contrastare la mala-informazione. Infatti, un’alta soddisfazione per le informazioni ricevute è associata a un impatto psicologico minore e a livelli più bassi di ansia, stress e depressione. Un altra importante azione, che migliora la risposta psicologica e riduce gli effetti dell’epidemia fornendo maggiore senso di protezione e sicurezza, riguarda l’utilizzo di alcune misure protettive come lavarsi le mani e utilizzare le mascherine. 

In conclusione, da una parte, il genere femminile, lo status di studente e specifici sintomi fisici sono associati a un maggiore impatto psicologico e a più alti livelli di stress, ansia e depressione durante il diffondersi dell’epidemia. Dall’altra, informazioni sanitarie accurate e aggiornate, e l’utilizzo di determinate misure di protezione sono associate a un minore impatto psicologico e a livelli più bassi di ansia, depressione e stress.

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