È ormai risaputo quanto siano importanti per lo sviluppo e il benessere dell’individuo le relazioni con gli altri, a partire da quelle primarie, con le figure di accudimento, fino a quelle in età adulta con il/la partner. È all’interno dei rapporti con gli altri che costruiamo la nostra identità personale e le nostre sicurezze. La loro importanza è talmente rilevante che potrebbero essere considerati il presupposto dell’esistenza umana. Ma, così come possono essere fonte di benessere,  le relazioni affettive sono anche in grado, e questo è il rovescio della medaglia, di essere causa di disagio e focolare di disturbi psichiatrici.

Molto spesso ci troviamo invischiati in relazioni affettive nocive da cui non riusciamo ad uscire, con partner che ci manipolano, in cui il bisogno di amore, accettazione e riconoscimento offusca la nostra capacità di giudizio. Le conseguenze di questo tipo di relazioni possono essere molto gravi e inficiare seriamente la salute psicofisica delle vittime. Tra queste vi sono depressioni, esaurimenti nervosi, dipendenze, disturbi psicosomatici, slatentizzazione di disturbi psichiatrici, tumori e nei casi più gravi possono portare al suicidio (Mammoliti, 2015).

È questo il caso egregiamente descritto In un’”Intervista a un narcisista perverso”, interessante trascrizione dell’indagine che Cinzia Mammoliti, una dei massimi esperti nazionali in materia di manipolazione relazionale e violenza psicologica, ha condotto su uno di quelli che chiama vampiri energetici. L’autrice prova a trovare risposte a domande quali: come può un uomo far credere agli altri di amare follemente una donna e poi fare di tutto per disintegrarla approfonditamente e psicologicamente; come può compiacersi e godere del dolore che provano le sventurate che si innamorano di lui; come può razionalmente e meticolosamente programmare la distruzione di un altro essere umano senza provare alcun senso di colpa, nessuna compassione e nessun rimorso. Tutto ciò analizzando alcune delle caratteristiche che contraddistinguono gli individui con un tale disturbo di personalità all’interno della relazione di coppia.

Dall’esame della scrittrice emerge che sono individui crudeli, privi di rimorsi, rimpianti o sensi di colpa che possano portarli a pentirsi e a far si che non reiterino i loro condotta criminosa. Il comportamento si caratterizza per essere evitante, arrogante, presuntuoso, manipolatorio e seduttivo. Tendono ad affermarsi prepotentemente e aggressivamente, attaccando e svalutando la persona con cui si relazionano, con l’obiettivo finale di annientare la loro vittima. Basano i rapporti su dinamiche di carattere utilitaristico al fine di soddisfare il loro bisogno di riconoscimento e ammirazione.

Altra caratteristica preponderante che caratterizza tali relazioni è la misoginia, l’odio verso le donne. Attraverso l’oggettivazione della figura femminile diventa più facile per loro abusarne e approfittarne e a ciò si lega l’incapacità di essere empatici.

La relazione con questi soggetti è caratterizzata, da una parte, da quella che l’autrice definisce luna di miele, ovvero periodi, che si alternano a quelli violenti, in cui il partner si prodiga in scuse, pentimenti e promesse che inganno la vittima e fan si che rimanga coinvolta nel rapporto, e, dall’altra, dall’isolamento, così che nessuno possa rendere cosciente la vittima di quello che sta succedendo.

Violenza psicologica e Controllo

La violenza psicologica si manifesta attraverso il controllo, la gelosia, l’aggressività, l’umiliazione, il tradimento della fiducia, la menzogna, lo svilimento, la denigrazione, la disistima, il ricatto, la minaccia e tutto ciò che fa leva sul senso di colpa e sulla paura.

Questo testo descrive un fenomeno molto delicato e diffuso. Secondo i dati ISTAT (2015) sono infatti 6 milioni 788 mila le donne che hanno subito nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale, e sono proprio i partner attuali o ex coloro che commettono le violenze più gravi: il 62,7% degli stupri è commesso da quest’ultimi.

La sensibilizzazione su questo tema è di particolare importanza in un’ottica d prevenzione e di lotta al fenomeno, in quanto la consapevolezza da parte delle vittime è un primo passo verso l’acquisizione della capacità di prevenire o uscire dalle relazioni violente. Infatti, le strategie utilizzate da un narcisista perverso sono subdole e di difficile individuazione anche da parte delle stesse vittime al punto che potrebbero rendersi conto delle conseguenze solo dopo anni di maltrattamenti o quando ormai è troppo tardi. 

Una volta presa coscienza del problema, il passo successivo è quello di parlarne con qualcuno e di chiedere aiuto a servizi (centri antiviolenza, sportelli) e personale specializzato.

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Dott. Alvaro Fornasari Psicologo
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