“La maggior parte della psicopatologia è collegata a qualche alterazione dell’identità personale” (Liccione, 2011).

Quante volte capita di chiederci “Chi sono?”, “Ma sono proprio io che ho fatto quella cosa?”; oppure di non riconoscerci più “… una volta questa cosa l’avrei fatta ad occhi chiusi, ma adesso non riesco e mi crea tanti problemi”.

In determinati momenti e situazioni, la realtà, con i suoi imprevisti e le sue perturbazioni, ci pone di fronte a dei cambiamenti, a delle scelte che configgono con quello che noi pensiamo o pensavamo di essere. Così prendiamo decisioni che prima non avremmo preso, o assumiamo comportamenti ed atteggiamenti che mai avremmo pensato di poter prendere. Di conseguenza, possono irrompere nel nostro vissuto quelle sensazioni di estraneità, di non riconoscimento di noi stessi: quello che ero non è più quello che sono. Avviene una spaccatura a livello identitario: le caratteristiche personali in cui mi riconoscevo e per cui ero riconosciuto non mi appartengono più. Ciò che mi dava sicurezza e su cui basavo la mia stabilità personale non assolve più a questo ruolo.

Si crea una frattura che ci destabilizza, proviamo nuove sensazioni e non ci riconosciamo più come noi stessi.

Il fatto che ciò che eravamo o ciò che siamo diventati non lo sentiamo più come appartenente a noi stessi è la crepa su cui si possono innestare e da cui possono prendere origine alcuni dei più comuni disturbi psicologici (ansia, fobie, ecc.) al fine di mantenere e recuperare la sicurezza e il senso di stabilità personale perduto.

È questo quello che ad esempio può succedere ad un manager che perde il lavoro e non si può più permettere lo stile di vita a cui era abituato, oppure quando un giorno d’improvviso ciò che fino a quel momento era fonte di piacere e soddisfazione, un rapporto amoroso o il lavoro, non lo è più.

Il senso di estraneità ci pervade, sono estranee le sensazioni che proviamo, le esperienze che viviamo e le emozioni che proviamo. I problemi nascono dalla difficoltà di riconfigurare il nuovo in termini identitari.

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Dott. Alvaro Fornasari Psicologo
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